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sabato 9 febbraio 2013

BILLY MEIER



Eduard Albert Meier, soprannominato “Billy”, nacque nel piccolo paese di Bulach, vicino a Zurigo, in svizzera, il 3 Febbraio 1937. Ebbe una gioventù abbastanza travagliata e trascorse dodici anni viaggiando attraverso quarantadue nazioni in Africa, Asia ed Europa. Mentre si trovava in India ebbe una serie di contatti con la cosmonauta pleiadiana Asket, producendo non poche fotografie di “dischi volanti”. Nel dicembre 1973 nel corso di una delle riunioni di gruppo , Meier affermò di avere stabilito un contatto fisico, il 28 Gennaio 1975, con un gruppo di alieni provenienti dal sistema stellare conosciuto come “Pleiadi”, a circa cinquecento anni luce dalla Terra. La prima reazione da parte di buona parte dei
membri del gruppo fu di stupore e di scetticismo, ma Meier incominciò presto ad esibire centinaia di fotografie particolarmente chiare delle astronavi pleiadiani, come prova della sua sincerità. 
Il 28 Gennaio di quell’anno, raccontò Meier, si trovava in un prato a qualche chilometro da Hinwill: suo obiettivo era quello di riuscire a registrare le “voci dei defunti”, attività all’epoca particolarmente di moda nei circoli metapsichici. Improvvisamente sentì un suono pulsante: alzando lo sguardo verso la direzione da cui proveniva quel suono, vide un disco volante che stava scendendo “soavemente” su un prato a circa cento metri di distanza da lui. Incominciò a scattare diverse fotografie, quindi cercò di avvicinarsi, ma una forza od un “campo di forza” invisibile gli impedì di proseguire. Vide quindi scendere dal disco una figura umana che indossava una tuta grigia: si trattava di una donna di aspetto nordico, dai capelli rossi ed alta circa un metro e settanta centimetri, assolutamente umana, con l’unica differenza nei lobi delle orecchie, un poco più grandi del normale: ebbe così inizio il suo primo contatto fisico con Semjase. L’incontro non fu, comunque, casuale, in quanto fu la stessa Semjase a guidare Meier in quel posto per mezzo di un messaggio telepatico.
Con il tempo i racconti di Meier incontrarono sempre maggiore accettazione tra i membri del gruppo: quelli che, al contrario, non me erano convinti lo lasciarono presto. Il numero delle persone che visitavano il contattista e ne accettavano le storie continuò a crescere e quello che era sembrata essere una “semplice” serie di contatti iniziata nel gennaio 1975 si tramutò rapidamente in uno scenario molto più complesso e dettagliato, completato da connotazioni religiose e fortemente spirituali. Quest’ultime diventarono sempre più evidenti e forti, fino a sfociare nella cosiddetta “Talmud Jmmanuel”, il testo religioso di Meier presentato come un documento originale dell’antichità. Le sue storie e l’evidenza da lui portata a conforto delle stesse diventarono via via sempre più incredibili, fino a rasentare spesso il ridicolo.
Meier con gli anni creò una vera e propria comunità spirituale attorno a sè, gestendo una considerevole quantità di persone che, in tutto il mondo, lo considerano tutt’ora il portavoce degli extraterrestri, visti sempre come amici e protettori.
 Secondo Randolph Winters i contatti di Meier sarebbero terminati già nel 1978, dopo avere avuto una cadenza settimanale, ma i contatti si sarebbero sviluppati ben oltre tale data, fino ai giorni nostri, in forma telepatica. Si parla di un totale di oltre 250 contatti, ma non è chiaro se tale cifra include anche quelli telepatici: dal 1989 avrebbe almeno quattro contatti all’anno con Ptaah, uno dei capi supremi Pleiadiani. Un’altra fonte riferisce che tra il 28 Gennaio 1975 ed il 18 Agosto 1991 avrebbe avuto oltre settecento contatti, che sarebbero ulteriormente progrediti oltre tale data.

· Dal 1981 Meier non avrebbe più scattato alcuna foto. 
 Nello spiegare il perchè del fatto che solo Meier e non altre persone fossero in grado di vedere le astronavi, Semjase avrebbe detto a Meier medesimo che “loro” possono rendere visibili le loro navi anche in settori di osservazione molto stretti, in modo che tutti gli altri non siano in grado di percepirli.


· Il 18 Marzo 1978 Meier fece un viaggio nel tempo, nel futuro, andando a vedere le rovine di una San Francisco distrutta da un terribile terremoto. Scattò una foto di quanto vide, ma la stessa appare stranamente uguale ad un dipinto.
 

· Una forma di polmonite di Meier sarebbe stata parzialmente curata dagli extraterrestri durante uno dei suoi contatti, mentre in un altro caso alcune costole rotte sarebbero state guarite da una macchina presente sull’astronave di Semjease.Inoltre Meier avrebbe incontrato Gesù Cristo.
 


· Meier sarebbe stato scelto dai Pleiadiani per essere il profeta della “New Age” (nuova era) e guidare l’umanità verso l’anno 2000 ed oltre, salvandola e dirigendola verso un’esistenza spirituale più elevata. Molte sono le sue predizioni per il futuro, certamente non roseo, in quanto caratterizzato da disastri naturali, cambiamenti politici,etc.

· Meier in una occasione avrebbe viaggiato nello spazio in compagnia di Semjase per un periodo di cinque giorni. Visitò Venere e Mercurio. In seguitò si recò su un’astronave madre pleiadiana, dove incontro Ptaah, padre di Semjase. Da qui andò alle Pleiadi, visitando nuovi mondi e forme di vita aliena in vari stati di evoluzione. A testimonianza di questo incredibile viaggio Meier presentò una serie di foto, a suo dire prese dagli oblò dell’astronave su cui si trovava o inquadrando uno schermo televisivo piatto a colori. La maggior parte di queste foto sono rimaste inedite, in quanto sono state censurate dagli stessi sostenitori di Meier.

· Meier avrebbe prodotto la bellezza di 1.058 fotografie, non tutte autentiche per qualcuno e avrebbe girato anche dodici diversi filmati.

· Colman von Keviczky, un maggiore in pensione di origine ungherese, che lavorava come fotografo al dipartimento audio-visuale dell’ONU a New York e conosciuto come un acceso fautore dell’origine extraterrestre degli UFO, analizzò le foto di Meier dichiarando che si trattava di modelli di circa sessanta centimetri sospesi ad un filo. In particolare, nelle foto più conosciute, quelle con la presenza di alberi, disse che erano stati usati dei modelli di piccole dimensioni posti vicino ad alberelli od a modelli di alberi.

· K.Korff [Korff, 1981] ha fatto notare come molte foto mostrano oggetti a distanza e generalmente fuori fuoco. I sostenitori di Meier hanno dichiarato che la macchina fotografica era sempre settata sull’infinito e solo occasionalmente si agì sul fuoco manuale: curioso il fatto che le impostazioni di questa macchina non siano mai state toccate in tutti i contatti di Meier. In considerazione delle caratteristiche di profondità di campo di tutte le macchine fotografiche, ancora secondo Korff, tutti gli oggetti posti a meno di 1,7-2 metri da chi scatta la foto appariranno confusi e fuori fuoco, con il livello di sfocatura che aumenterà proporzionalmente alla vicinanza dell’oggetto alla camera. Al contrario, altre foto presentavano oggetti ben a fuoco, mentre il paesaggio circostante non lo era affatto: in questo caso è chiaro che si trattava di un modello molto vicino all’obiettivo.


Bruce Maccabee, personaggio che non può essere certo tacciato di scetticismo ad oltranza, nell’analizzare alcuni dei filmati di Meier e, in particolare, uno del febbraio/marzo 1975 in cui un disco volante svolazza di fronte ad un albero (posto tra Meier ed una fattoria in lontananza) ha rimarcato il fatto che la cinepresa rimaneva sempre fissa, mentre l’oggetto si muoveva avanti ed indietro nel suo campo visivo. Maccabee rimarcò come il movimento dell’oggetto risultasse assolutamente compatibile con quello di un modello sospeso ad un filo e fatto oscillare come un pendolo. Da notare che l’albero, in realtà, non esisteva in quella posizione, come è stato chiaramente dimostrato dalle riprese di una troupe televisiva giapponese nel 1979 e come testimoniato dal proprietario del terreno. Quindi sarebbe risultata falsa.
 Secondo alcuni sostenitori di Meier, l’uomo avrebbe subito più di un attentato alla propria incolumità personale da parte di “maniaci” e di altre persone che lo ritenevano una minaccia alle loro credenze: tali affermazioni non sono state, peraltro, ulteriormente circostanziate.




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