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venerdì 7 marzo 2014

I sogni lucidi potrebbero essere squarci su altri mondi, dimensioni e futuri possibili?Le moderne teorie.




I sogni lucidi? Potrebbero essere squarci su altri mondi, dimensioni e futuri possibili

I sogni lucidi, secondo ipotesi antiche e moderne, potrebbero essere squarci su altri mondi, dimensioni e futuri possibili.



I Somnauti


La ricerca nell’ambito dei sogni divenne mainstream negli anni ‘60, grazie al lavoro pionieristico del Dr. William Dement sulla natura del sonno e del sogno. Negli anni ‘70, persino l’astronomo Carl Sagan si avventurò in questo territorio sulle pagine della sua pietra miliare, The Dragons of Eden, da un punto di vista antropologico e medico. «Sono stati fatti studi statistici – scrive – delle categorie più comuni di sogni; studi che, almeno in una certa misura, dovrebbero illuminare sulla natura dei sogni. In un sondaggio sui sogni degli studenti universitari, i seguenti rientravano, in ordine, in cinque tipi più frequenti: (1) Cadere, (2) Venire attaccato o inseguito, (3) Tentare più volte senza successo di eseguire un compito; (4) Diverse esperienze di apprendimento accademico e (5) Diverse esperienze sessuali».
FOTO 1 William Dement
FOTO 1 William Dement


Mondi eterici
Scrivere di sogni e di ricerca sui sogni è qualcosa che non ho mai fatto, m
a un amico – chiamiamolo Phil – a conoscenza del mio interesse per ciò che è “lontano e remoto”, ha voluto condividere un sogno molto vivido. Durante questa esperienza era dentro casa sua in pieno giorno, in una tipica cittadina americana. Uscì dalla porta di casa e attraversò il portico in legno, scendendo i gradini (nella vita reale di pietra, nel sogno di legno) e fermandosi sul marciapiede.  L’atmosfera nel sogno non era opprimente, ma il cielo era quello grigio e suggestivo di fine estate. Improvvisamente, Phil venne assalito da un senso di panico: guardando dall’altra parte della strada vide che non c’erano più le auto di famiglia parcheggiate; peggio ancora, in fondo all’isolato si vedeva una serie di auto d’epoca degli anni ‘70 («come in una puntata di Kojak», disse). Voltandosi alla sua destra, seguendo il marciapiede, vi erano altre auto e un pezzo fatiscente di macchinario da costruzione («come un vecchio Liebherr», ha commentato, attingendo dalla sua esperienza nel campo delle costruzioni). Ma un grosso shock aspettava il sognatore. 
La scuola media di fronte a casa sua – almeno nel mondo della veglia – nello stato di sogno non c’era. Phil vide una pila infinita di mattoni e filo spinato arrugginito, a suggerire che la struttura fosse stata demolita in passato e i detriti mai rimossi. «A quel punto – mi ha raccontato – ebbi l’opprimente sensazione che non avrei dovuto trovarmi lì, e che dovevo tornare in casa per la mia sicurezza… e sanità mentale».



Il sogno cominciò a disintegrarsi quanto emerse acqua dal tombino, scorrendo all’indietro, contro l’inclinazione della strada. Il mondo era stato ormai ribaltabile nella direzione sbagliata, e il sognatore combatté per risalire i gradini del portico, aggrappandosi a una ringhiera in metallo brillante che non esiste nel mondo della veglia, barcollando per afferrare un altro appiglio che gli avrebbe permesso di entrare in casa. Si svegliò subito dopo, sentendosi scoraggiato. Nei pochi secondi dopo aver riacquistato lo stato di veglia, Phil si domandò se potesse essere in realtà morto. Ma, ha aggiunto, il sapore in bocca della saliva lo rassicurò di essere ancora tra i vivi . È del tutto possibile che uno dei tanti libri dei sogni possa offrire una risposta preconfezionata a questa esperienza onirica, ma Phil era convinto che lui, o una parte di lui, si fosse trovato in un qualche universo alternativo in cui la scuola dall’altra parte della strada era stata demolita o mai costruita, o dove le auto “vintage” erano ancora abbastanza attuali, un po’ come quelle che un turista potrebbe vedere camminando per le strade di L’Avana.
Quello che forse mi ha spinto a trascrivere l’esperienza del mio amico è stata la mia personale considerazione secondo cui i sogni ci permettono di scrutare altre dimensioni – mondi eterici -, che sembrano rispondere a logiche e leggi interne. Mi ha ricordato un sogno che facevo – e faccio ancora – di una città in cui ho vissuto per molto tempo, ma in un contesto diverso. Quelle esperienze oniriche non erano mai sfocate o stravaganti. Vedevo me stesso su un autobus oltrepassare edifici che non esistono nel mondo reale, ristoranti in fiorente attività, agenti di polizia che facevano multe e, soprattutto, enormi differenze strutturali che si trovavano nella città del sogno, ma non in quella del mondo fisico. Ve n’erano molte, ma ne menzionerò solo una. La città era sul mare, i suoi viali offrivano una meravigliosa vista ininterrotta della sua acqua verde e le sue onde. L’“alternativa onirica”, chiamiamola così, offriva una vista simile, ma l’orizzonte vicino era dominato da piattaforme petrolifere – almeno tre – attrezzate con rimorchiatori e piene di luci. Come qualsiasi altro sognatore, le parole “sembrava tutto così reale” furono le prime a venirmi in mente. La gente intorno a me portava avanti le proprie attività (altri sognatori o cittadini di questa città, chi lo sa?), mentre guardavo le piattaforme non troppo lontane, solide e maestose come la piattaforma Ekofisk costruita da Phillips Petroleum nel Mare del Nord.


inception


Universi alternativi e futuri possibili

Sogni complessi o spaventosi vengono di solito attribuiti a pesanti spuntini prima di coricarsi, pasti eccessivi o stress, ma raramente si fa menzione dei sogni complessi che si ripetono, o ai quali sembra di fare ritorno diverse volte all’anno, esplorandone vari aspetti o semplicemente godendosi la visione. Sentiamo anche di bambini in grado di ri-entrare nello stato di sogno a volere per “prolungare” i sogni che stavano facendo (o ri-entrano in altre dimensioni?), o persino per trovare le informazioni necessarie per i compiti scolastici. Forse si presta troppa attenzione all’ interpretazione dei sogni e bisognerebbe guardare un po’ oltre.
Un’altra osservazione interessante è che i sogni di qualsiasi tipo già sembrano essere “in progress” nel momento in cui il dormiente entra nello stato onirico: veicoli, negozi, strutture e attività sono a buon punto, essendo gestito dagli “abitanti del sogno” (ancora una volta ci troviamo a dover coniare per conto nostro nuove definizioni).
Allora, cosa dobbiamo trarre da tutte queste esperienze soggettive, potrebbe chiedersi il lettore? L’interesse per i sogni lucidi è aumentato tra i giovani dopo l’uscita del film Inception di Christopher Nolan, nel 2010, in cui un gruppo di sognatori professionisti traccia un percorso attraverso paesaggi onirici creati. Qualsiasi visitatore del forum r/LucidDreaming su Reddit.com rimarrà sorpreso della portata e della qualità delle discussioni sul tema, in particolare sui metodi utilizzati per raggiungere lo stato lucido. C’è persino A Field Guide to Lucid Dreaming di Thomas Peisel, Dylan Tuccillo e Jared Zeizel, che cerca di aiutare i lettori a diventare esploratori onirici o pionieri onirici. A questo si aggiunga la convinzione di alcuni sognatori lucidi che i loro tentativi possano eventualmente condurre in viaggi eterici, o produrre out of body experience, che permetterebbero di accedere ad altre dimensioni. Al passo con la tecnologia dei nostri tempi, c’è persino un’app per iPhone (http://luciddreamingapp.com/iphone/) progettata per semplificare il processo. Precedenti opere di narrativa, in particolare The Lathe of Heaven di Ursula K. Guin, avevano esplorato anche questo territorio dal punto di vista fantascientifico.
L’autore britannico Hilary Evans trattò questo argomento nel suo libro Visionaries, Apparitions and Alien Visitors (Aquarian Press , 1984). «Ad esempio – scrive a pagina 39 – c’è un certo numero di persone – io sono tra queste – i cui sogni, secondo quanto mi raccontano, rispecchiano il mondo reale. Anche se sogno di essere tornata al mio college di Cambridge, la Cambridge del sogno è la vera Cambridge, e così la stessa cosa con qualsiasi altro luogo che sogno. Invece, il mio “produttore del sogno” passa una quantità immensa di problemi per creare una Cambridge fittizia, molto dettagliata, con strade fittizie e fittizie librerie dell’usato piene di libri fittizi, e con camere fittizie per me e i miei amici per viverci… e il mio sé sognante trova la strada nel mondo contraffatto proprio come il mio sé della veglia la trova nella Cambridge reale».
unnamedA questo livello di speculazione non potremmo non fare un passo ulteriore e suggerire che i famigerati “futuri alternativi” postulati nella fisica moderna (una nuova ramificazione del futuro per ogni decisione presa) sono quelli che vediamo nei sogni? Sarebbe affascinante se alcuni sognatori – forse i sognatori lucidi che hanno acquisito padronanza delle loro esperienze oniriche attraverso diverse tecniche – fossero stati in grado di guardare una trasmissione televisiva in uno di quei mondi eterici, o anche prendere un giornale e leggerne i titoli. Potrebbe essere mossa un’obiezione validissima, ovviamente, affermando che le loro menti potrebbero confabulare il contenuto di qualsiasi media hanno ottenuto.


I somnauti

Quando l’astronomo Giovanni Keplero scrisse una delle prime opere di fantascienza che conosciamo (1608), un viaggio sulla luna, lo intitolò Somnium (sogno), in quanto l’unico modo in cui Duracotus, il protagonista, poteva raggiungere il satellite della Terra era sognando. Così il personaggio immaginario di Keplero divenne il primo somnauta.

Già nel 1867, autori come Saint-Denis Harvey stavano meditando sulla possibilità di controllare i sogni per raggiungere certi risultati. In Les rêves et les moyens de les diriger (I sogni e i modi per guidarli. Ndt), lui suggerisce ai ricercatori vittoriani che «i sogni sono un riflesso della vita reale, e gli eventi che vi traspaiono generalmente obbediscono – anche nella loro mancanza di coerenza – a determinate leggi cronologiche che sono coerenti con la sequenza normale di qualsiasi evento normale. Quello che voglio dire è che, per esempio, se sogno di essermi rotto un braccio, mi sembrerà di comportarmi di conseguenza, muovendolo con attenzione. Se sogno che le porte di una stanza sono chiuse, mi sembrerà che la luce sia tagliata fuori e che tutto intorno sia buio. Di conseguenza, ho immaginato che se potessi fare il gesto di mettere una mano sugli occhi in un sogno, otterrei un’illusione simile a ciò che accadrebbe realmente ripetendo lo stesso gesto nello stato di veglia, ovvero vedrei gli oggetti di fronte a me scomparire. Mi sono poi domandato se, dopo aver interrotto questa visione, la mia immaginazione riporterebbe più facilmente i nuovi oggetti a cui ho pensato. L’esperienza ha dimostrato che il mio ragionamento è corretto».

Le avventure oniriche di Jodorowsky
Il regista e pensatore cileno Alejandro Jodorowsky fece il suo primo sogno lucido a 17 anni. In un’intervista con Gilles Farcet, descrisse un sogno in cui stava seduto in una sala cinematografica «che stava proiettando un film d’animazione con immagini di (Salvador) Dalì. In un lampo, mi resi conto che stavo sognando, e mi prese il panico. Guardai verso l’uscita – disse – ma essendo solo un ragazzino senza consapevolezza spirituale o prico-analitica, pensai: se attraverserò quella porta entrerò in un altro mondo e morirò!». Fece un disperato sforzo per svegliarsi, sentendosi sollevare dalle profondità all’interno del suo corpo. «Fu la mia prima esperienza, e fu terrificante». Col tempo imparò a controllare questo strano nuovo dono. «Se volevo andare in qualsiasi luogo esotico, ero in grado di farlo. Potevo cambiare gli sfondi. Se volevo andare al Polo Sud e vedere migliaia di pinguini… mi dava una tale gioia che mi svegliavo!»
Jodorowsky tentò anche esperimenti più seri. «Una volta volli scoprire come fosse la morte. Mi lanciai dalla cima di un edificio e mi schiantai sul marciapiede. Subito dopo, mi ritrovai vivo in un altro corpo, in piedi tra la folla raccolta a guardare il cadavere del suicida. Ecco come ho imparato che il cervello è ignaro della morte».
Lo spirito creativo distinto teneva anche estesi diari delle sue avventure oniriche. «Mi ritrovai in un mondo industriale, privo di natura, composto solo di edifici. Ero sul confine senza documenti di identità – tre soldati mi impedivano di attraversare – così saltai sulla barriera e venni inseguito dalle guardie. Aprii la porta di un garage e mi trovai di fronte a una profondità di molti chilometri. Fu a quel punto che mi resi conto che stavo sognando». Senza paura, saltò nel buco, trovandosi in una cattedrale occupata da donne metà umane e metà animali sulle quali sfogò la sua passione. «Quando iniziai a fare l’amore con quelle donne bestia, venni sopraffatto dal desiderio, facendo svanire la lucidità e il sogno scivolò fuori controllo».

Testimonianze “impossibili”

Negli ultimi anni vi è stato un aumento di persone che credono di essersi svegliate dallo stato onirico – lucido o meno – in un’altra dimensione che non è la loro (come il caso di “Phil”), trovandovisi intrappolate. Un ascoltatore del programma radiofonico Coast to Coast, nel dicembre 2013, affermò di appartenere a un’altra realtà in cui il governo degli Stati Uniti aveva fatto uso dei missili nucleari sottomarini come generatori di riserva, ancorandoli alla costa della California e rifornendo di energia elettrica dai reattori dei sottomarini.
Nel 2008 abbiamo appreso del caso di Lerina García, una giovane donna spagnola che scrisse molto eloquentemente del suo time- slip o risveglio in una realtà che non era la sua (Change of Scenery: Other Dimensions, Other People, http://inexplicata . blogspot.com/2011/04/change-of-scenery-other-dimensions.html).
Un utente di Reddit ha pubblicato anche la convinzione di aver “cambiato dimensione” in seguito a un sogno in cui aveva visto un alto edificio rosso che sembrava essere sopravvissuto a uno scenario apocalittico. Nello stato di veglia aveva scoperto che una gita in cui suo figlio era stato iscritto non aveva mai avuto luogo e che il suo numero di casa era ora completamente diverso.

Data la complessità del cervello umano – altra terra incognita – possono essere avanzate una serie di motivazini neurologiche e cardiovascolari per spiegare concretamente queste credenze, che rimangono tuttavia intriganti.

Sognare è parte integrante della condizione umana. «Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e la nostra piccola vita è circondata dal sonno», ha scritto William Shakespeare ne La Tempesta. Gli antichi prestavano molta attenzione ai sogni, considerandoli messaggi degli dèi, che dovevano essere interpretati dai sacerdoti, o dal sognatore stesso dormendo nei templi, nella speranza di ricevere una visione dalla divinità e un chiaro messaggio. Già nel secondo secolo d.C., il filosofo romano Artemidoro compilò il lungo Oneirocritica, il libro di interpretazione dei sogni precursore di tutti gli attuali tascabili libri dei sogni, scritto con la stessa autorità che ci si aspetterebbe di trovare oggi: «Alcuni sogni, inoltre, sono teorematici (diretti), mentre altri sono allegorici. Quelli teorematici sono quelli che corrispondono esattamente al proprio sogno – visione. Ad esempio, un uomo che era in mare sognò di fare naufragio e questo si realizzò nella realtà, nel modo in cui si era verificato nel sogno. Quando si svegliò, la barca affondò e fu persa, e l’uomo, insieme a pochi altri, scampò per miracolo all’annegamento. I sogni allegorici, d’altra parte, sono quelli in cui una cosa significa un’altra; ovvero, attraverso di loro, l’anima veicola qualcosa confusamente attraverso mezzi fisici».

di Scott Corrales


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